Bastoni fra le ruote.

Un carro si avvicina alla città, alle prima luci del giorno. Un carro carico di fieno. Il guidatore è incappucciato per via della fitta pioggia, se ne scorge solo il mento e la bocca, umana o al limite elfica, ma decisamente non orchesca. A pochi passi dalle mura e dal cancello gli viene intimato l'alt dalle guardie e egli si ferma.

IC: Buona giornata a voi, messeri...

Brontola con scarsa convinzione alla vista delle guardie orchesche.

La guardia si avvicina lentamente, con fare sicuro, tenendo fisso lo sguardo verso il nuovo arrivato e, ovviamente, brandendo in mano la sua inseparabile ascia.

IC. Cosa vi porta qui?

L'uomo alla guida del carro non muta di espressione, sembra una statua.

IC: Non si vede?

Dice indicando il carico di fieno del carro.

IC: Vendo i prodotti di una congregazine di contadini, io ne sono l'inviato. Una parte andrà in tasse e un'altra sul mercato. Avevamo questo accordo con il governo umano, ma è decisamente vantaggioso anche per i nuovi... governanti, no?

Poi, sorride affiabile e il tono di voce diventa più calmo, quasi confidenziale.

IC: Pensa a questo fieno come a soldi che entrano nelle tasche dei tuoi capi, e che prima o poi arriveranno anche a te.

La guardia dalle sembianze decisamente orripilanti vista la sua natura di Goblin si avvicina al suo collega ridacchiando in maniera poco affabile, più simile a una iena che a un essere umanoide..

< Gne...(sniff sniff annusa)...carro... capo io dò un'occhiata hihihihihihihihi.. >

pronuncia con voce squillante mentre, goffamente, si avvicina al carro e lo controlla con il suo pugnaletto avvelenato punzecchiando il fieno.
Ad ogni movimento le catene che pendono dal suo collo come ornamento risuonano come campane stonate..

Il guidatore li lascia fare, tranquillo. Mentre il goblin annusa il carro, che è pieno solo di fieno, guarda con tranquillità i bastioni della città e sbircia oltre il cancello, nell'attesa che il controllo finisca.

Il goblin continu la sua perlustrazione facendo delle smorfie di delusione per il mancato bottino che credeva di aver trovato..

< Capo...gne...è pulito... > pronuncia con la voce squillante di una iena..

La guardia rimane immobile e pensierosa per un attimo e con un gesto della testa dà il permesso al guidatore del carro di passare abbassando la sua ascia...

Spronando appena il cavallo al passo, il guidatore avanza oltre la guardia, rivolgendogli un cenno di ringraziamento.

Il carro supera la porte, e solo allora Amaranth si concede un sorrisetto di soddisfazione.

Non appena Neevya gli aveva raccontato del suo strano sogno aveva iniziato a raccogliere informazioni. Non ci era voluto molto, tutta Astartis parlava dell'invasione di Huldar.
Giustiniano era la. Non sapeva cosa avrebbe fatto quando lo avrebbe trovato, ma aveva una certa rilevanza quell'uomo, e era un contatto importante.

Questi orchi erano propio ingenui, gli era bastato tendere un agguato a un contadino, guadagnando anche una buona dose di sangue di cui avrebbe avuto bisogno, e rubargli il carro. Aveva scelto apposta il fieno, perchè sarebbe parso decisamente scontato nascondercisi dentro. Ma dopo che lo avessero perquisito, nessuno avrebbe sospettato di lui un altra volta.
Adesso era libero, libero di contattare Giustiniano, e soprattutto di mettere un pò sottosopra quella città.

In un angolo della città, appoggiato come quasi un mendicante per non dare troppo nell'occhio degli invasori e dei cittadini rimasti vivi, avvolto in un mantello nero e logoro e vestito quasi di stracci, l'esploratore osserva entrare il carro pieno di paglia e ne segue i movimenti, attentamente,aspettando che gli sia abbastanza vicino per piazzarsi in mezzo al suo cammino.
L'uomo incappucciato rimane fermo, in silenzio, osservando il guidatore con sguardo compiaciuto.

Amaranth ferma il carro all'imboccatura di un vicolo, e li lo abbandona.

Bene bene... da dove cominciamo?
Passa la giornata in taverna, nella sua stanza a riposare e a allenarsi con i coltelli.

Poi, non appena calano le prime ombre della sera, esce dalla finestra, per non pagare l'oste. Del resto ha firmato con un nome falso, e è una operazione che ha eseguito centinaia di volte.

Ha con se una mappa scarabbochiata della città. Decide di farsi un'idea della distribuzione delle guardie innanzitutto.

Visita nel corso della notte tutti i luoghi di interesse, rimenendo a debita distanza e senza dare nell'occhio, facendo qualche piccola pausa in taverna ogni tanto per non essere troppo presente tra la scarsa folla che si muove per le strade.

In una sola notte ha ben chiaro quale punto delle mura è meno in vista dalle ronde, quale quartiere è meno sorvegliato, quante guardie sorvegliano la zona intorno all'ex municipio e alla prigione. Non ha ancora idea di quante ce ne siano all' interno, ma per ora il diurno può aspettare.

Albeggia quando finalmente si intoduce da una finestra di una casa che sembra abbandonata. Non ha intenzione di pagare una taverna, e li nessuno lo verrà a disturbare. La maniglia cede facilmente al suo coltello, e dentro tutto tace.

Spoiler:

avendolo seguito fino a quel momento, l'esploratore ha in chiara in mente l'idea di quello che può frullare in testa al diurno. Decide di seguirlo fino alla fine e lo vede entrare nella casa abbandonata. Appena lo vede richiudere la finestra dietro di se, si muove e si precipita davanti alla stessa, picchiettando, piano, per attirare l'attenzione del diurno.

Brakut e Gu-Durk passeggiano per la città.

IC Brakut
"gli ho fatto tagliare la gola, mio sire" afferma Brakut al cospetto del suo signore.

IC Gu-Durk
"e così alla fine qualcuno è giunto" sogghigna Gu-Durk

Il perfido Orco non sembra preoccupato.
Conosce la stupidità e leggerezza del suo popolo, tanto feroce e forte, tanto ingenuo e idiota.
Per poter arginare tanti difetti, da sempre Gu-Durk si cimenta in ingegnosi stratagemmi per far si
che la sua gente, Orchi e Goblin, non si rovini con le sue stesse mani.
Per questo ha ordinato di far sorvegliare le sue stesse guardie e monitorare ogni entrata ad Huldar.
Un carro è entrato in città gli hanno riferito le sue spie, alla sua guida non c'era un orco...un carro mai giunto al mercato e in nessun altro posto dove potesse essere venduto il fieno.
Le guardie interpellate avevano raccontato la conversazione avuta con l'uomo che portava il carro.
La leggerezza delle guardie era costata loro la vita.

IC Gu-Durk guarda sorridente Brakut:
" ordina alle guardie di circondare i confini della città, bada che nessuno entri e che alcuno esca dalle mura, rafforza la difesa della prigione, controlla le strade e le taverne di Huldar...."
Gu-Durk sta per aggiungere qualcosa, ma Brakut lo interrompe anticipandolo

IC Brakut
" vuoi che ordini al cacciatore di..."
"si!" lo interrompe a sua volta Gu-Durk

"il cacciatore" pensa Gu-Durk..."da sempre quell'incrocio di bestie innominabili è al mio servizio.
Ombra nella notte, fantasma di giorno, il cacciatore non è visto, ma vede...il suo naso fiuta,
la sua furbizia scova, mai nessuno gli è sfuggito, il cacciatore troverà gli intrusi e li ucciderà uno ad uno prima che giungano alle prigioni per liberare Giustiniano"

Gu-Durk non teme questa intrusione, anzi sembra essere divertito dal gioco che gli viene proposto...


il cacciatore

Gu-Durk si trova ancora per le vie della città, quando una voce che lo chiama sussurrando attira la sua attenzione.
Al suo fianco comparso dal nulla, non visto neanche dalle sue guardie del corpo, compare una figura ammantata e incappucciata.
Due gelidi occhi rossi ed un naso lungo, finissimo ed arcuato rivelano la presenza del cacciatore senza nome.
Gu-Durk ancora si meraviglia per la maestria della creatura nel comparire così silenziosamente.
Una voce stridula e sibilante si libera dal fondo del nero cappuccio.

IC Cacciatore
" un forestiero riposare alla taverna il gioiello(OC vedere mappa e descrizione della città)...è stato facile far parlare l'oste umano, nonostante la diffidenza contro gli orchi, perché non lo ha pagato..hihi" ghigna.
" un poco prima e il cacciatore uccidere l'intruso..elfo forse..l'odore mi dice questo, forse.." continua la creatura
" ancora io ho quell'olezzo nelle narici, presto lo scoverò, anche altro odore avere io sentito, quasi seguire le tracce del primo uomo...forse piu' di uno forse no, nessuno ha visto piu' di uno, forse uno solo"

Il parlare enigmatico del cacciatore faceva imbestialire Gu-Durk, ma il capo cosciente dell'infida creatura che aveva davanti e sicuro del suo buon servigio annui alle parole del cacciatore.

Nessuna guardia delle migliaia di orchi aveva visto alcunché e difficile sarebbe stato riconoscere l'intruso tra i molti uomini presenti, in poche ore il cacciatore già era passato molto vicino al nemico..presto l'avventato avventuriero sarebbe morto, Gu-Durk già pregustava la sua testa appesa nel rostro del quartier generale...

Ancora ad aspettare vicino alla finestra, comincia a pensare che il suo picchiettare al vetro non abbia attirato l'attenzione del diurno. Vedendo con quanta facilità quest'ultimo aveva aperto la finestra, comincia a smanettare anche lui con la serratura, riuscendo infine ad aprirla ed entrare. Piano, entra, richiudendo la finestra dietro le sue spalle. Così, si avvicina al diurno dandogli una pacca su una spalla attirando la sua attenzione.

IC. Fai lo gnorri o non ci senti proprio?

Gu-Durk è in piazza Ghendar, scruta pensieroso il cambio di guardia.
D'improvviso sente un gelo alle sue spalle, il sibilare di un respiro mortale, non ha bisogno di voltarsi
riconosce quel fiato fetido è il cacciatore.

IC cacciatore
"mio signore, essere tre giorni passati e cacciatore avere osservato, niente muovere tra le case, niente dormire nelle taverne, nessun movimento scrutare" sogghigna dal cappuccio il cacciatore

IC Gu-Durk
" non mi sembra una buona notizia, perché ridi?"

Ic Cacciatore
"Signore mio, cio che non si muove è fermo hihi, o l'intruso è nascosto da uomini o si nasconde in qualche tana, nel primo caso sarà piu' difficile trovare , nel secondo ora sono a cercare, di sicuro chi sfida il tempo è destinato a perdere, il mio naso non perde tempo ed è nelle case degli uomini e nei posti nascosti che lui va ad annusare, ancora pochi giorni ed io scovare e mortalmente portare a te"..

Spoiler:

Amaranth non ha sentito il picchiettio la prima volta, ma non può ignorare la serratura che viene forzata. Rotea gli occhi, incredulo della sua sfortuna. Propio ora doveva venire in mente a qualcuno di svaligiare quella casa abbandonata.

Si sarebbe liberato in un attimo dello sfortunato ladruncolo.

Si nasconde e sfodera i pugnali, e rimane decisamente contrariato quando la voce lo chiama.

Male, molto male.

Ancora pugnali alla mano gira l'angolo fermandosi sulla soglia della stanza occupata dall' intruso.

IC: "Chi sei?"

La voce è calma e controllata, ma il diurno è teso come una molla, pronto a scagliare il pugnale al primo accenno di aggressione o di fuga.

Fermo, osserva la scena.

IC. Nessuno in particolare, solo uno che sta osservando tutti voi da mesi e, quindi, tutti i vostri movimenti. Mi trovo in questa città perché sono venuto a sapere che combinano gli orchi e, soprattutto, a tentare di capire come far uscire una persona che loro tengono prigioniera. Sai di chi parlo.

Il cacciatore è sulle tracce...

OC http://www.wizards.com/dnd/dice/dice.htm

tiro D100 > 08! penalità> tiro D20> 11

Il cacciatore non trova alcuna traccia, ed è preso da uno strano virus intestinale, che lo costringerà a letto per molto tempo.
A Gu-durk non rimane che rafforzare le ricerche attraverso le sue guardie...

IC.

Il ranger guarda il ragazzo con aria seria e decisamente eloquente. In seguito con voce bassa, in modo da farsi sentire solamente da lui, pronuncia

< Allora Anlek, hai pensato già a qualche piano? >

Spoiler:

Amaranth guarda il tizio davanti a lui. Non ripone i pugnali, ma si fa più amichevole.

IC: "E chi ti fa pensare che abbiamo lo stesso obiettivo?"

Chiede con aria inquisitoria.

IC:" Ma si, va bene, in fondo potrei aver bisogno di...collaborazione..."

guarda il ragazzo in maniera seria, ma tranquilla. I suoi muscoli sono rilassati e la sua mente ora lavora tranquilla, pensando al da farsi. La stanza è piccola, e anche abbastanza nascosta pensa che da li si potrebbe stare tranquilli per studiare la situazione e rimanere a riposare. Il problema sarà il cibo...

IC: Allora, dobbiamo tirar fuori l'amico da li, ma la città brulica di orchi. Credo che dovremmo camuffarci tra la gente.

IC: "beh io sono già abbastanza anonimo, guardami, chi ssospetterebbe mai di un giovane cittadino spaventato?"

Dice il diurno esibendo il suo migliore sorrisetto innocente. In fondo è armato molto alle leggera e vestito in maniera normalissima.

In un attimo i lineamenti del suo volto tornano minacciosi.

IC: "Però adesso dimmi chi sei e soprattutto perchè conosci il mio nome. Non mi piace essere spiato."

Magenta si aggira per Huldar.
"C'e' movimento in città, il numero di guardie di orchi è aumentato, qualcosa bolle in pentola" pensa.

Magenta non è di Huldar, ma è curiosa, quindi, quando ha saputo che Huldar era stata presa dagli Orchi,strane creature antiche comparse improvvisamente dal nulla, non ha potuto fare a meno di intrufolarsi tra la gente della città. Dopo un po di tempo, si è guadagnata la fiducia dei pochi ribelli umani presenti ad Huldar.
Essi si ritrovano alla taverna del martello battente, luogo non frequentato dagli orchi, ma comunque sempre in segreto, per paura di spie di sicuro frequenti.
Oramai conosce bene Huldar, gli mancano pochi posti, l'ala Nord soprattutto non accessibile agli uomini, se non ai prigionieri, e pochi schiavi dediti a pulizie e altre piccole mansioni di vario genere.

"che sia per quel prigioniero importante di cui ha sentito parlare?" si interroga.
"mah...cmq la città è blindata è praticamente impossibile uscire...un improvviso pensiero gli balena in testa...
è se qualcun altro fosse entrato in città?"..ride.

Magenta non odia gli Orchi, li trova buffi,ma lei comunque si è schierata dalla parte degli uomini,sono sempre
la sua razza! e così li aiuta curandoli con quel po di magia da chierica che conosce, e con la stessa magia
(poche e piccole ne conosce in realtà), ogni tanto tira qualche scherzetto alle bestie verdi...


Magenta

[img][/img]

OC: riflette sul fatto che effettivamente il diurno passerà inosservato così vestito. Pensa che abbia ragione anche sul fatto che almeno qualcosa di lui debba dirgli, anche se solo lo stretto necessario.

IC: Mettiamola così, sono un amico stretto della della Magister Nimuel. Ci conosciamo da una vita e ci siamo rincontrati poco più di un anno fa, esattamente da quando sono cominciati i problemi qui sulla terra. Precisamente, da quando sono iniziati i terremoti. Ho avuto il compito di osservare le mosse di tutti coloro che abbiano fatto qualcosa per tentare di sistemare la situazione. Ora però, con gli eventi che sono accaduti, con le città tipo questa che vengono conquistate e con altri esseri strani che si muovono a Nord-Ovest, bisogna cominciare a creare delle difese. Prima di tutto bisogna liberare Giustiniano per farlo tornare a Zeldaf e poi contattare anche il Pretore di Pyres. Queste due città sono ancora libere e hanno la capacità di contrastare un eventuale esercito.
Ma credo che ora sia inutile parlare, la missione è più importante. Fidati di me, ti prometto che una volta liberato Giustiniano ed essercene andati da qui risponderò a qualsiasi altra domanda mi farai.

OC: detto questo fa un passo indietro e si mette attaccato alla parete, in prossimità della finestra. Senza scorgersi troppo da un occhiata in casa e vede che i pattugliamenti degli orchi sono aumentati. Teme il peggio e sa che devono agire e velocemente.

IC: dai AnleK andiamo.

Amaranth riflette rapidamente. Liberare Giustiniano, eserciti, contattare alti papaveri delle città ancora libere... tutto questo non gli piace, propio per niente. Lui voleva solo strappare una riconpensa al Borgomastro inprigionato, e magari rimuovere il potere che ha su di lui. Però di improvviso una frase che dice lo sconosciuto gli illumina i pensieri, e un piano alternativo si fa strada nella sua mente.

IC: "Diciamo che i nostri obiettivi non coincidono. Diciamo che non trovo necessario liberare Giustiniano. Diciamo però che potrei aiutarti comunque, in fondo hai bisogno di me, altrimenti non mi avresti cercato, no?
In cambio, voglio io il vostro aiuto, tuo e soprattutto della Magister. Dovete aiutarmi a trovare una cosa, dopodichè saremo pari. Affare fatto?"

Amaranth porge la mano all'uomo, con un sorriso che mette ben in mostra i canini.

OC: Udite le parole del diurno i suoi occhi si aprono, increduli a quello che sentono. Pensava, sperava che qualcosa di più lo legasse a Giustiniano. Ma a questo punto non ha scelta.

IC: Per quanto mi riguarda va bene, ti aiuterò in quello che cerchi. Per la Magister, sono quasi sicuro che accetterà, anche perché quando andremo insieme da lei parlerò in tuo favore. Ma ha comunque un suo cervello, un suo ruolo quindi spetterà a lei decidere. Hai il mio appoggio.

OC: comincia a sistemarsi i vestiti, controlla il suo equipaggiamento se è in ordine e, soprattutto, se è nascosto bene. Dopo di che muove i passi verso la porta dell'edificio. Uscire da li darà meno nell'occhio.